In Toscana oltre 300 medici hanno minacciato dimissioni di massa se la situazione della sanità non dovesse cambiare.
Dopo averli onorati e incoronati eroi durante la pandemia, i medici del sistema sanitario nazionale sono stati abbandonati alle condizioni precarie delle strutture italiane. Circa 300 medici hanno firmato una lettera inviata al governo e alla Regione Toscana per denunciare le condizioni critiche in cui si trovano i Pronto soccorso non solo toscani ma di tutto il paese.
Una lettera che sa di ultimatum perché annunciano le intenzioni di dimettersi in massa se le cose non cambieranno. Strutture non adeguate situazioni al limite dell’accettabile, non accade solo in Toscana ma in tutti gli ospedali d’Italia. Questo ha provocato una fuga dalla sanità pubblica di molti medici che ora deve fare i conti con la carenza di personale e si affida a gettonisti piuttosto che creare condizioni adeguate per attrarre strutturati.
Condizioni di lavoro adeguate e standard di cura dignitosi
Da anni va avanti un degradamento della medicina d’urgenza che ha mostrato le sue debolezze durante la pandemia. Nonostante le visibili carenze, nulla si è fatto per sopperire a queste mancanze e rendere la sanità pubblica degna di un paese sviluppato. Il documento firmato dal 90% dei medici urgentisti della Toscana non vuole essere solo una protesta ma una richiesta di attenzione sulla mancanza di personale, carenza di posti letto e assenza di strutture per la medicina territoriale.
Quello che chiedono i medici non è un aumento di stipendio ma condizioni di lavoro sostenibili e standard di cura dignitosi per i loro pazienti. In tutto questo regna il silenzio della politica e dei direttori sanitari che sono in sostanza figure politiche e per questo evitano i problemi. L’aumento di stipendio per i firmatari è solo un contentino della politica perché di certo non è la soluzione per i diversi problemi della sanità pubblica.